Recensione della serie TV “Olive Kitteridge“
Olive Kitteridge è una miniserie di 4 episodi prodotta da HBO, diretta da Lisa Cholodenko e tratta dall’omonimo romanzo di Elizabeth Strout. La serie racconta, in un arco temporale di oltre 25 anni, la storia di Olive, il suo rapporto con il marito ed il figlio e con gli abitanti del piccolo paese del Maine in cui vive.
Il cast
Olive Kitteridge interpretata da Frances McDormand
Henry Kitteridge interpretato da Richard Jenkins
Jack Kennison interpretato da Bill Murray
Christopher Kitteridge interpretato da John Gallagher Jr.
Jim O’Casey interpretato da Peter Mullan
Rachel Coulson interpretata da Rosemarie DeWitt
Kevin Coulson interpretato da Cory Michael Smith
Denise Thibodeau interpretata da Zoe Kazan
Henry Thibodeau interpretato da Brady Corbet
Jerry McCarthy interpretato da Jesse Plemons
La trama
La serie comincia con Olive, una donna anziana, che in un bosco, con una pistola in mano sembra in procinto di togliersi la vita.
Veniamo subito dopo accompagnati con un balzo temporale al giorno di San Valentino di 25 anni prima a Crosby, piccolo paese del Maine a ridosso dell’oceano. Olive Kitteridge è la severissima insegnante di matematica delle scuole medie del paese, suo marito Henry è invece il proprietario della farmacia. Scopriamo immediatamente la radicale differenza nel temperamento dei due protagonisti: la dolcezza, l’amorevolezza di Henry pare sistematicamente scontrarsi con il feroce cinismo della moglie, una donna schietta, decisamente incapace di trattenersi dal trasferire in parole tutto ciò che pensa, senza filtri e diplomazia.
Durante il primo episodio, oltre al figlio di Olive ed Henry, Christopher, conosciamo Denise, nuova commessa della farmacia, una ragazza molto giovane e goffa – Olive la soprannomina “topo” – che viene assunta in seguito alla morte improvvisa della storica collaboratrice di Henry. Quando Denise rimane vedova Henry comincia a prendersi cura della giovane in un rapporto che somiglia molto ad un innamoramento.
Conosciamo anche Jim O’Casey, collega insegnante, con il quale Olive ha un rapporto estremamente ambiguo. Jim accompagna spesso Olive ed il figlio a scuola ed a casa e si intuisce che l’uomo e la donna sono legati da un reciproco profondo interesse del quale lo stesso Henry si dimostra consapevole. Scopriremo nel corso dell’episodio quanto profondo è questo legame.
All’inizio del secondo episodio vediamo Kevin, amico di Cristopher ed alunno di Olive, alle prese con le allucinazioni della madre, affetta da un grave disturbo bipolare e lo ritroviamo, subito dopo, adulto, mentre fa ritorno nel paese. In auto il ragazzo ha un lungo dialogo con Olive che ci fa scoprire che ha molto probabilmente ereditato la medesima patologia della madre.
Christopher, intanto, sta per sposare Suzanne, un giovane medico che non riscuote – fatto che non ci sorprende di certo – le simpatie di Olive che entra immediatamente in rotta di collisione con la ragazza e la sua famiglia rischiando addirittura di rovinare la cerimonia ed il banchetto nuziale del figlio.
Scopriamo che Olive è sinceramente affezionata a Kevin, un ragazzo che sta gravemente pagando lo scotto di un’infanzia da incubo vissuta al fianco della madre malata.
Il matrimonio tra Christopher e Suzanne naufraga molto presto, Olive ed Henry, apprendendo la notizia dal figlio reagiscono in modi diametralmente opposti: al dispiacere dell’uomo si contrappone il consueto mordace cinismo della donna.
Durante il terzo episodio Olive ed Henry si ritrovano in ostaggio di una coppia di rapinatori dentro l’ospedale: la tensione del momento li porta ad un duro scontro in cui si liberano reciprocamente di qualche sassolino che per anni hanno tenuto nelle scarpe.
Poco tempo dopo Henry si ammala gravemente: venendo a mancare la sua amorevolezza e la sua capacità di mediare e di tenere unita la famiglia il rapporto tra Olive e Christopher si logora immediatamente ed il ragazzo non risparmia di rinfacciare alla madre di avergli rovinato la vita.
Per quattro anni Olive si prende cura del marito ricoverato in una struttura sanitaria ed all’inizio dell’ultimo episodio si reca a New York a trovare il figlio che ha sposato una donna, madre di 2 figli, dalla quale sta aspettando un bambino.
Christopher desidera riconciliarsi con la madre, ma l’atteggiamento di Olive e la rabbia repressa del ragazzo non facilitano tale percorso: in brevissimo tempo i due si ritrovano a litigare pesantemente ed Olive decide di tornarsene a casa nel Maine.
Ci avviciniamo all’epilogo della storia, Olive ha perso Henry, il figlio non le rivolge più la parola e, rimasta sola, pare decisa a porre fine alla propria vita nel bosco in cui l’avevamo lasciata nella prima scena della serie.
Il fortuito incontro, qualche giorno prima, con Jack, un ricco vedovo del paese la farà desistere dal suo intento?
La mia recensione
Ho deciso di guardare questa serie per l’incetta di premi Emmy che ha fatto e senza aver sentito parlare, in precedenza, della sua trama e del libro di Elizabeth Strout che, nel 2009, ha vinto il Pulitzer per la narrativa. Olive Kitteridge mi ha appassionato e conquistato al punto da divorarla tutta d’un fiato. Può sembrare solo la storia di una coppia, come tante, il racconto della vita di un piccolo paese in cui si incontrano e scontrano una serie di personaggi un poco caricaturati e per i quali un aspetto del temperamento diventa l’intero profilo evidente e messo in risalto. Olive con la sua personalità forte, determinata, con il suo perenne cinismo, con un sarcasmo che non risparmia frecciate a nessuno, nemmeno nelle circostanze più drammatiche, una donna che deve avere sempre e comunque l’ultima parola. Henry, l’uomo buono per eccellenza, amorevole ed amato da tutti, che insegue, quasi elemosina le attenzioni e l’affetto della glaciale moglie. Christopher e Kevin, giovani che in età adulta devono affrontare le conseguenze dell’operato delle relative madri sulla loro psiche. Ma la serie non è soltanto questo e la storia affronta temi importantissimi: la disperazione che porta al pensiero del suicidio, le ripercussioni che i traumi subiti – la stessa Olive ne è un esempio palese – hanno sul carattere e sulla vita delle persone, la solitudine ed i desideri negati.
Fin dalle prima battute il personaggio della protagonista, magistralmente interpretato da Frances McDormand, appare quasi sgradevole soprattutto per il suo atteggiamento nei confronti del marito le cui attenzioni da innamorato vengono sistematicamente mortificate in maniera troppo sgarbata. Ma pian piano Olive riesce a conquistare lo spettatore, impariamo a conoscerla, ad esplorare il suo animo ed a scoprire quanto invece la donna sia capace di amore. La cura con cui accudisce Henry durante la malattia, il modo in cui aiuta Kevin, l’amore per un figlio dentro un rapporto ormai compromesso che le procura sensi di colpa con i quali è costretta a convivere ed infine l’amore corrisposto, ma che le viene negato dalle circostanze con il collega Jim.
La serie ci propone una serrata alternanza di momenti comici e momenti drammatici con immagini e scenari volutamente cupi e malinconici del paesino del Maine perfettamente dipinti dalla fotografia di Frederick Elmes.
Le interpretazioni di tutto il cast sono decisamente di livello altissimo soprattutto in una serie così fortemente basata su dialoghi scritti alla perfezione, brillanti e profondi.
Credo che Olive Kitteridge sia una di quelle serie che si desidera guardare due volte per assaporare le emozioni suscitate dalla protagonista una volta che si è già imparato a conoscerla, proprio come accade nel rapporto con un buon amico a cui si vuol bene senza farsi condizionare dagli evidenti limiti del suo temperamento.