Recensione seconda stagione della serie TV “You”
Il 26 dicembre 2019 Joe Goldberg è tornato su Netflix con la seconda stagione di You. Joe è cambiato, ha assunto una nuova identità e si è trasferito da New York a Los Angeles per fuggire dal desiderio di vendetta della sua ex fidanzata Candace – nel finale della prima stagione avevamo scoperto che non era morta – ma anche per tentare in qualche modo di redimersi, di cominciare una vita migliore, di scappare, per certi versi, da se stesso.
Il cast
Penn Badgley è Joe Goldberg
Ambyr Childers è Candace Stone
Elizabeth Lail è Guinevere Beck
Victoria Pedretti è Love Quinn
Jenna Ortega è Ellie Alves
James Scully è Forty Quinn
Carmela Zumbado è Delilah Alves
Robin Lord Taylor è Will Bettelheim
La trama
Alla fine della prima stagione Joe è riuscito a farla franca ed a non essere accusato dell’omicidio della sua fidanzata, ma deve fare i conti con il ritorno inaspettato della sua ex ragazza, Candace, che, oltre a non essere morta, pare seriamente intenzionata a vendicarsi di lui e a farlo finire in prigione.
Joe decide quindi di lasciare New York per trasferirsi a Los Angeles sperando in questo modo di far perdere le sua tracce a Candace. Per questo motivo assume una nuova identità e trova un lavoro presso la libreria del negozio Anavrin.
L’uomo sembra deciso a redimersi, non vuole più innamorarsi ed in questo modo spera di non ricadere più nelle abitudini criminali del passato. Non ha però fatto i conti col destino che gli fa incontrare Love Quinn, una delle titolari del negozio in cui lavora. Nonostante i suoi sforzi ed il dover far sistematicamente i conti con il fantasma della sua ex, Guinevere, Joe si innamora di Love. La ragazza sembra davvero essere la sua donna ideale e Joe si convince che questo nuovo amore possa per lui rappresentare davvero un’occasione di cambiamento e rinascita. La sua relazione è però minata dalle menzogne sulla sua identità e sul suo passato oltre che dalla presenza di Candace che non si arrende e lo riesce a trovare.
Oltre a Love entrano nella vita di Joe anche Forty, fratello della ragazza, che si rivela essere un uomo tormentato e problematico, con un oscuro passato che il giovane affoga nell’alcol e nelle droghe.
Come già accaduto con Paco, nella prima stagione, Joe stringe un’amicizia molto protettiva con Ellie, la sorella adolescente di Delilah, la responsabile del residence in cui l’uomo va a vivere. La ragazzina desidera sfondare nel mondo dello spettacolo ed è, per questo, una facile preda di attori e produttori senza scrupoli.
La mia recensione
Diciamolo subito, You è e si conferma una serie commerciale, di puro intrattenimento che va ad esplorare il mondo delle psicosi e dei traumi personali che sfociano in comportamenti violenti e criminali.
Ritroviamo lo stile utilizzato nella prima stagione in cui lo spettatore viene introdotto nei pensieri e nelle riflessioni del protagonista diviso tra il suo tentativo di cambiare ed i traumi del passato che lo hanno reso ciò che Joe è oggi.
Sono numerosi i flashback tramite i quali veniamo a conoscenza dell’infanzia dell’uomo e delle sue vicende familiari in cui la madre è vittima, come lui, delle violenze del padre. Questo rapporto distorto con il concetto di amore pare essere alla base delle psicosi e della violenza di Joe. In tutto questo percorso lo spettatore si trova nella posizione opposta rispetto alla prima stagione: sappiamo già chi è Joe, le sue azioni più estreme non stupiscono più, ma siamo mossi dalla curiosità di capire se l’uomo riuscirà a liberarsi dell’orco che nasconde dentro di se.
Allarme spoiler: se non hai visto la serie ti sconsiglio di continuare a leggere la recensione.
Non è solo questa la prospettiva che è cambiata; se nella prima stagione Joe era la mosca bianca, lo stalker, il folle, in questa seconda stagione il protagonista si ritrova in ottima compagnia, attorniato da personaggi che, ciascuno a suo modo e per diverse ragioni, mostrano comportamenti molto simili a quelli dello stesso Goldberg. Il tema degli abusi e delle conseguenze che ne derivano sulla vita delle vittime è certamente portante nella serie: tutti i personaggi fanno i conti con traumi passati che hanno segnato le loro esistenze.
Nel suo percorso di redenzione, come già visto nella prima stagione, Joe diventa il paladino impegnato a difendere e proteggere l’adolescente Ellie e sappiamo bene quanto l’uomo sia pronto a tutto quando deve difendere chi si prende, a suo modo, a cuore. Per amore di Love, inoltre, stringe una forte amicizia col fratello Forty, aspirante regista e sceneggiatore che lo coinvolge sistematicamente nei suoi progetti cinematografici fallimentari ed in frequentazioni non propriamente raccomandabili.
La serie si presenta come un valido racconto, ricco di colpi di scena, che riesce a coinvolgere lo spettatore nella trama e sa tenerlo col fiato sospeso e generare curiosità, episodio dopo episodio. La scrittura è certamente cresciuta rispetto alla stagione precedente sia in termini di ritmo che di dettaglio e suspence. Gli attori fanno, senza dubbio, il loro dovere e sono abili nel caratterizzare i diversi personaggi principali della serie; sebbene le sue espressioni appaiano spesso un poco monotone, Penn Badgley offre di nuovo, a mio parere, una valida interpretazione di Joe.
Non posso, però, nascondere come, negli episodi finali, la trama cominci a “fare un po’ acqua” rappresentando situazioni estreme ed inverosimili ed alcuni accadimenti decisamente paradossali. Nel finale di stagione Joe scopre che Love è matta quanto lui e, in un totale ribaltamento di fronte, si ritrova lui stesso chiuso nella sua “prigione di vetro” – non è dato sapere come l’uomo, con grande facilità, riesca a costruirla all’interno di un magazzino di Los Angeles. Scopriamo così che Love, da bambina, ha ucciso una baby sitter per proteggere il fratello ed oggi, per difendere il suo amore con Joe, si è liberata di Delilah e di Candace. Joe all’inizio quasi si scandalizza – da che pulpito – per la violenza della sua amata, ma i due, che aspettano un figlio, dopo essersi liberati anche di Forty ed essere riusciti ad evitare di essere accusati di tutti i crimini commessi, si ritirano a vita privata in periferia per costruire la loro famiglia.
Ma ecco arrivare lo spunto per la terza stagione di You: dalle fessure dello steccato del suo giardino, Joe inizia a spiare la vicina di casa…
Tiriamo le somme, la seconda stagione di You mi è piaciuta più della prima, il passaggio della serie al colosso Netflix si vede e la serie si lascia guardare gradevolmente, mantiene desta l’attenzione e sa creare anche la giusta tensione. Lo ripeto: si tratta di un prodotto commerciale e come tale va preso e guardato, senza soffermarsi troppo su certe scene del tutto surreali e su certi dettagli a dir poco inverosimili. I protagonisti riescono ad uscire da guai immensi con grande facilità e questo talvolta fa un po’ sorridere, ma di You ho continuato ad apprezzare il fatto che la trattazione di temi delicati e di situazioni che rasentano lo splatter viene realizzata con discreta ironia e non risulta alla fine in alcun modo pesante. Non posso ancora dire se si sentisse il bisogno della prossima terza stagione, ma daremo il nostro giudizio da spettatori non appena arriverà su Netflix.