Recensione della serie TV “La verità sul caso Harry Quebert

La miniserie trasmessa nel 2018 da Sky Atlantic e nel 2019 da Canale 5 è basata sull’omonimo romanzo di Joël Dicker, edito nel 2012 – pubblicato in Italia l’anno successivo – ed è magistralmente diretta dal regista francese Jean-Jacques Annaud, noto al grande pubblico per grandi capolavori come Il nome della Rosa e Sette anni in Tibet.

Personaggi ed interpreti

Harry Quebert – Patrick Dempsey
Marcus Goldman – Ben Schnetzer
Sergente Perry Gahalowood – Damon Wayans Jr.
Nola Kellergan – Kristine Froseth
Jenny Quinn (da giovane) – Tessa Mossey
Jenny Quinn (da adulta) – Victoria Clark
Capitano Gareth Pratt – Kurt Fuller
Benjamin Roth – Wayne Knight
Bobbo Quinn – Don Harvey
Reverendo David Kellergan – Matt Frewer
Elijah Stern – Colm Feore
Luther Caleb – Josh Close
Travis Dawn – Craig Eldridge
Tamara Quinn – Virginia Madsen
Roy Barnaski – Ron Perlman

La trama

Harry Quebert, stimato professore di letteratura e famoso scrittore, ritrova a distanza di anni un ex allievo, Marcus Goldman, anche lui scrittore alle prese con alcune difficoltà nella stesura del secondo romanzo. Il giovane, per ritrovare l’ispirazione e superare il suo blocco raggiunge il suo ex insegnante nel Maine dove vive. La vita di Harry però sta per essere sconvolta da un fatto drammatico: nel giardino della sua villa viene trovato il corpo di Nola Kellergan, una ragazza scomparsa oltre trent’anni prima quando era poco più che quindicenne.

Quando viene alla luce la relazione che la ragazzina aveva avuto proprio con lo scrittore, i sospetti e le indagini si concentrano su Harry che viene immediatamente arrestato. Sarà proprio Marcus, fermamente convinto che il suo ex professore ed amico non sia il colpevole dell’omicidio, a compiere una personale indagine per dimostrare l’innocenza di Harry.
Le indagini porteranno Marcus a scoprire tanti segreti e retroscena della vita dell’amico, ma anche un sottobosco di violenza, malcostume e gelosie che strisciano dietro le quinte della piccola cittadina di Sommerdale. Attraverso i ricordi di Harry, Marcus conosce i dettagli dell’amore proibito che ha legato l’amico alla giovane ragazzina, ma entra in contatto con le vite, non sempre limpide, degli altri abitanti della cittadina americana.

Riuscirà Marcus ad aiutare l’amico a ritrovare la sua libertà e, magari, sotto le pressioni di un editore senza scrupoli, a scrivere il suo secondo romanzo di successo?

La mia recensione

I dieci episodi della serie ci accompagnano in un viaggio che si sviluppa tra il 1975 ed il presente con frequenti momenti di tensione ed un susseguirsi di colpi di scena che prima costruiscono e poi smontano, di volta in volta, i convincimenti dello spettatore.
Harry viene ben interpretato da Patrick Dempsey – il noto dr. Derek Shepherd di Grey’s Anatomy – che porta sullo schermo un professore e scrittore certamente misterioso e affascinante seppur afflitto dal suo passato, dal suo amore proibito per la giovanissima Nola e dal tragico epilogo della loro storia d’amore.

La narrazione scorre rapida e ci porta a conoscere il passato ed i misteri della città di Sommerdale attraverso i ricordi ed i racconti del protagonista affrontando temi profondi che spaziano dalla violenza contro il “diverso”, allo scandalo morale che caratterizza l’amore del protagonista – ma non solo il suo – e ben rappresentando molti atteggiamenti tipici della società moderna: la gente che manifesta stima ed ammirazione, ma è pronta alla prima occasione a voltarti le spalle, la gelosia e l’invidia che spesso sfociano in gesti inconsulti di violenza fino alla paura di accettare e conoscere chi è, in qualche modo, diverso da noi.
Molti personaggi – tutti a mio parere ben scritti, rappresentati ed interpretati – della serie manifestano contrapposte sfaccettature e si dimostrano capaci di gesti amorevoli e caritatevoli così come di violenza e crudeltà nel nome dell’interesse personale e della gelosia.

Come lo stesso Harry insegnava ai suoi studenti e come ben riesce a Joël Dicker nell’omonimo romanzo sono i colpi di scena a coinvolgere i lettori e noi, da spettatori, assistiamo ad una serie in questo senso molto efficace, capace di coinvolgere ed a tenerci ben incollati allo schermo. Ci ritroviamo coinvolti nelle indagini, stimolati a immaginare ipotesi fino all’ultimo episodio, fino a scoprire La verità sul caso Harry Quebert.

 

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